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Cultura  Spettacoli Campiello In libreria Una narrazione avvincente, uno stile diretto e lontano dall’accademia La Repubblica tollerante che cadde senza tragedie Opulenza Canaletto «Il bacino di San Marco» (Boston, Museum of Fine Arts). La grande tela è stata recentemente esposta a Palazzo Ducale alla mostra «Canaletto e Venezia» Riccardo Calimani scrive un’imponente storia di Venezia. La vicenda di una «città isola» che non ha conosciuto re e tiranni di Lorenzo Tomasin L eggendo la Storia della Repubblica di Venezia di Riccardo Calimani (Mondadori, 732 pagine, € 40) ci si rende conto facilmente del fatto che la storia di Venezia dalle origini alla fine della Serenissima ha nel suo complesso i caratteri propri di certe narrazioni che da secoli danno materia alla letteratura. Prendi ad esempio la guerra di Troia o la ricerca del Graal: premesse, svolgimento, esito e tracciato biografico dei personaggi principali sono dati una volta per tutte, e si prestano come base a un numero infinito di riletture, di approfondimenti, di nuove tinteggiature e di variazioni sul tema, ma sono nella sostanza immodificabili. Lo stesso capita anche per vicende più integralmente reali: che so, la parabola di certe antiche civiltà estinte, oppure alcuni grandi conflitti. Storie che potrebbero essere – e spesso sono – raccontate come favole, con un inizio e una fine canonici e non problematici, e spesso anche con una valutazione ormai passata in giudicato circa valori positivi e negativi veicolati dai singoli fatti e dalle singole persone. Grandi narrazioni, insomma, che pur essendo già fissa- te per sempre e quindi già note al pubblico, si prestano naturalmente a una rilettura continua e a una variazione inesauribile delle tinte, delle angolature, dei dettagli messi in luce e degli stessi significati che essi possono generare. La storia, si sa, è stato per secoli un genere letterario propriamente detto, e continua ad esserlo per chi cerca di mettere in valore la funzione di immane repertorio narrativo offerto dalle grandi vicende del passato. In questa miniera di fatti cristallizzati (che non è ovviamente l’unica via di accesso alla storia), la Repubblica di Venezia presenta, nella sua lettura canonica e per così dire istituzionale, alcuni caratteri che la rendono peculiare. Ben circoscritta nello spazio come città-isola, la VeneziaStato è miracolosamente individuabile anche nel tempo, poiché non ha né una preistoria, né un’antichità. Ha, insomma, una data di nascita più o meno localizzabile sul crinale tra romanità e Medioevo, e ha una data di morte che più precisa non si può, il 12 maggio 1797. Inizia e finisce, insomma, appunto come certe favole, che fanno sfumare nel nulla tutto ciò che precede e tutto ciò che segue. La storia di Venezia porta iscritti alcuni valori ideali che le si può attribuire senza trop- pe forzature retoriche, e che sono facilmente attualizzabili in ogni luogo e in ogni tempo: autonomia, libertà, senso dello Stato, rapporto con la ricchezza e con il commercio. Adagiata su uno sfondo geografico e architettonico di sicuro fascino, la storia di Venezia non contiene grandi tragedie, di quelle maiuscole e paradigmatiche: incidenti di percorso, certo, e momenti oscuri, tensioni latenti e prove non sempre brillantemente superate. Sarà forse perché delle grandi tragedie storicopolitiche alla storia di Venezia manca un ingrediente fondamentale: nessun re (se fin dal medioevo scopo del gioco istituzionale è far passare al doge la voglia di diventarlo), nessun tiranno (se i due o tre che ci provano fanno invariabilmente e rapidamente una brutta fine). La stessa caduta della Repubblica, che Calimani ambienta in un clima di «marasma» e di «anarchia» (ecco: due delle molte possibili sfumature di un fatto circoscritto e inesorabile, ma non grandiosamente tragico), lascia più perplessi e delusi che atterriti o sgomenti. Uno dei rischi che si parano davanti al narratore-storico della Repubblica di Venezia è quello di indulgere al sentimentalismo o al patetismo esaltatorio che riescono natu- La scheda  La copertina di «Storia della Repubblica di Venezia. La Serenissima dalle origini alla caduta» di Riccardo Calimani  Lo storico veneziano ha scritto «Storia del ghetto di Venezia», «Gesù ebreo», «Storia degli ebrei italiani», «Storia dell’ebreo errante» rali soprattutto ai veneziani. Calimani, che è venezianissimo ma che – da ebreo e studioso appassionato della storia dell’ebraismo – ha ben chiaro il senso di una certa condizione forestiera (anzi foresta) che si può essere portati a vivere anche in patria, cerca di sottrarsi a questa tentazione, e si sforza di parlare di Venezia come ne parlerebbe uno straniero, magari rivolgendosi ad altri stranieri. C’è, prevedibilmente, un filo che lega questo libro ai tanti in cui Calimani ha già raccontato – fin dalla sua fortunatissima Storia del ghetto di Venezia – le vicende degli ebrei veneziani o, meglio, il contributo spesso negletto che gli ebrei hanno dato alla civiltà veneziana in tanti momenti. Ma quel che si muove in primo piano, qui, è tutto quello che nella storia del Ghetto restava sullo sfondo: è la città nel suo complesso, insieme cristiana e tollerante, prudente e pigra, opulenta e decaduta prima ancora che caduta. Una storia raccont a t a s e n z a f ro n zo l i , co n l’asciuttezza diretta e perentoria dello scrittore che sa fare il proprio mestiere e ha troppo da raccontare per perdersi in inutili esitazioni. A chi, come Calimani, ha licenziato di recente una storia degli ebrei italiani che in tre volumi copre ben venti secoli, la favola bella della millenaria Repubblica che in origine non si chiamava Serenissima (anzi, non si chiamava nemmeno repubblica) non mette alcun timore, ma solo una incontenibile voglia di raccontare. © RIPRODUZIONE RISERVATA asdasd asda asdsad Teatro Opv Venezia e Mestre Direttore responsabile: Alessandro Russello Vicedirettore: Massimo Mamoli Caporedattori: Alessandro Baschieri, Giovanni Viafora Vicecaporedattori: Claudia Fornasier, Antonio Spadaccino, Alessandro Zangrando, Alessandro Zuin RCS Edizioni Locali s.r.l. Presidente: Giuseppe Ferrauto Amministratore Delegato: Alessandro Bompieri Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 20132 Milano Reg. Trib. di Padova n. 2228 dell’8/7/2010 Responsabile del trattamento dei dati (D.Lgs. 196/2003): Alessandro Russello Stampa: RCS Produzioni Padova S.p.A. 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